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La severità come valore critico irreperibile

Oggi i produttori di vino più stolidi sono felici che sia defunta la critica con la c maiuscola, che faceva le bucce ai loro vini e cercava con onestà di fotografare la realtà: sottolineandone i pregi, ove presenti, e non facendo sconti quando si trattava di mostrare i loro eventuali limiti.
Oggi le loro bottiglie hanno solo recensioni positive, ed essi credono di vivere nel migliore dei mondi possibili. Non si accorgono che, senza la sorveglianza attiva del buon critico, si spegne progressivamente la coscienza di ciò che è buono e ciò che è meno buono. Come scriveva Wilhelm Steinitz, scacchista austriaco dell’800 e primo campione del mondo della disciplina, “sfortunatamente molti guardano al critico come a un nemico, anziché vederlo come una guida alla verità”.