«Pioveva a dirotto. Arrivò dalle nuvole un pallone a campanile, intriso d’acqua, pesante come un tavolino da salotto. Maradona lo incollò sul piede come fosse una cosa di routine. Gli avversari non si mossero, rimasero tutti a guardare. Era meglio imparare che provare a contrastare». Il diario continua.