«A me piace scrivere. Ho scritto dappertutto, e nelle condizioni meno confortevoli. Non mi occorre né solitudine, né silenzio, né scrivanie speciali. L’unica cosa di cui ho bisogno è la macchina da scrivere, una qualsiasi, anche la più scassata» (Giorgio Scerbanenco). Continua il diario del lockdown di Massimo Zanichelli, fra grandi vini – vecchi e nuovi -, grandi film – vecchi e nuovi- e una spruzzata di calcio, per cercare di lenire idiosincrasie e nevrosi.